Descrizione
Venetia nigra, di Alessandro Vizzino
UN’EPOPEA MOZZAFIATO TRA CALLI E RIVI DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA
Venezia, 1725. Un uomo in Baùta si aggira di notte, armato, tra le calli della città.
Il Nobilhomo Nicolò Testier Gritti è un giovane brillante, ambito dalle donne e dedito al vizio. Durante una sua visita al Ridotto s’invaghisce di Elisabetta Pitacchi, che ottiene in pegno dopo una serie di sfide allo Sbaraglino. L’amore fra Nicolò ed Elisabetta si consolida. A Venezia la ragazza conoscerà anche Zanetta Farussi, moglie di Gaetano Casanova e neomamma del piccolo Giacomo.
Alcune settimane dopo, Nicolò incontra Samuele Grozzi, Inquisitore di Stato e personaggio tra i più influenti della città, che il patrizio aveva già incrociato a un rinfresco presso Palazzo Sandi. Il magistrato domanda a Nicolò di recarsi per lui a Cremona, per ritirare un violino destinato ad Antonio Vivaldi. Il giorno successivo, il mercante d’arte Alfonso Bottin si presenta alla residenza di Nicolò per proporre all’aristocratico un dipinto del suo amico Antonio Canal, che Testier decide d’acquistare pagando il mercante con una moneta scalfita.
Nella vita agiata di Nicolò Testier Gritti, però, qualcosa comincia a incrinarsi: sparizioni improvvise, segreti inestricabili, nuove presenze e accuse dalle quali non può scagionarsi inizieranno a spostare la rotta della sua esistenza. Persino Giorgio Aliprandi, Capitan Grande e suo compagno fraterno, non sa più quale strada seguire.
Un pericolo ancora più grande, intanto, incombe sull’intera Serenissima…
- Libro 2° classificato assoluto (e primo romanzo) al VII Premio Letterario internazionale Montefiore 2017
- Romanzo 2° classificato assoluto al VII Premio Letterario nazionale Scriviamo Insieme 2017
- Romanzo 3° classificato assoluto al I Premio Letterario nazionale Residenze Gregoriane 2018
- Premio assoluto Giuria al IV Premio Letterario nazionale Holmes Awards 2018
- Menzione speciale della Giuria al IV Premio Letterario Festival Giallo Garda 2018
- Romanzo vincitore assoluto del XVII Premio nazionale di Poesia e Narrativa Vittorio Alfieri 2018
Silvia G. –
“Venetia nigra” è un thriller storico avvincente, con una scrittura scorrevole e sempre piacevole. È da leggere perché descrive bene una delle città più belle del mondo, Venezia, in uno dei periodi più affascinanti, il 700. Ci regala un protagonista assoluto e sempre ben descritto, che insieme agli altri protagonisti del romanzo ci accompagna in un susseguirsi di colpi di scena fino al termine della lettura. Mescola sapientemente tutti gli ingredienti che un thriller dovrebbe avere: omicidi, misteri, inseguimenti, rivalità, una storia d’amore. E per finire, ma sempre fondamentale per la buon riuscita di un romanzo, il finale, appunto, perfetto. Per cui lo consiglio vivamente a tutti, non vi deluderà.
Pietro Z. –
Un eccezionale romanzo, mirabilmente pervaso dal fascino di una città sontuosa: la splendida Venezia del ‘700. L’autore ha sapientemente costruito un avvincente libro caratterizzato da un susseguirsi di colpi di scena, intrecciando la storia con la fantasia, fino al finale liberatorio in cui accade tutto in modo un po’ diverso da come si poteva prevedere.
Enrico Falconcini –
Le prime pagine incuriosiscono, attraggono il lettore quel che basta; la descrizione dei luoghi è precisa, puntuale, si potrebbe dire quasi calligrafica, mentre essenziali sono i dialoghi e rapido il succedersi dei fatti. Con il proseguire della lettura alla semplice curiosità subentra l’apprezzamento per un lavoro così preciso e così ben fatto; fino a che, pagina dopo pagina, a prendere il sopravvento è, finalmente, il fascino. Quello rarefatto di atmosfere incantate e quello accecante delle luci soffuse e trasparenti di un dipinto del Canaletto. Quello arcano del suono, che certo non si sente, ma che, pure, scaturisce, inaspettato, da ogni pagina; un suono fatto di musica barocca e rumori d’ambiente; una miscela curiosa, quasi stridente, eppure ancora armonica, di suoni vividi e popolari. I rumori di una contraddittoria Venezia settecentesca, città che è mito e realtà, sangue e sogno, luogo magico e materiale, simulacro inafferrabile e oggetto assolutamente concreto. Uno sfondo che pare un dipinto; tuttavia un dipinto che, a sua volta, pare una fotografia; immagine reale e teatrale allo stesso tempo. Come dire attori impostati e pescivendoli cenciosi, damine incipriate e popolane vocianti. Uno stridente insieme di canali di acqua stagnante e mare aperto, ricchi saloni e luoghi polverosi, imbarcazioni silenziose e palcoscenici cigolanti. Lo scritto si muove, agile e svelto, in questo impossibile ossimoro, in questo scenario affascinante e contraddittorio, scivolando tra eventi incalzanti, montati in modo brusco, quasi cinematografico, costringendo il lettore ad andare avanti, a proseguire l’inattesa avventura in un succedersi d’azioni che lo incateneranno al mistero delle tante storie, anzi, di tutte le storie. Quella vera e quelle false; quella con la esse maiuscola dei libri di scuola, insieme a quelle, vili o eroiche, umili o arroganti, di personaggi inventati. Attori veri e finti, buoni e cattivi, amabili oppure assolutamente odiosi; tuttavia, sempre convincenti, sempre ben costruiti. C’è ormai poco da aggiungere: il vero e l’immaginario sono i fili di questo incredibile arazzo; una trama astuta e un abile ordito che formano, per il divertimento del lettore, disegni complessi e policromi. Palazzi, calli, canali, personaggi storici e non. Colori pastello, acque verdi, trine veneziane e sangue vermiglio. L’intreccio è sinuoso e seduttivo, la chiusura inaspettata e sorprendente. Gran bel libro. Lettura consigliatissima e complimenti all’autore.
Luciana Pascali –
Bellissimo e avvincente: grande trama, personaggi reali, un turbinio di avventure nello scenario di una Venezia bellissima, reale, eterna, amata moltissimo dall’autore e da me. Grazie del piacere che mi ha suscitato nel leggere.
Ivano Vezzulli –
Oltre, credo che sia l’avverbio descriva al meglio questo libro. Nel leggerlo si è trasportati immediatamente dentro le pagine,e bisogna renderne merito all’autore. Vizzino si immedesima in una Venezia stratosferica del 1700, compiendo un viaggio a ritroso nel tempo che lascia senza fiato. Oltre a questo c’è una storia sublime che attanaglia dall’inizio alla fine. Oltre a questo, un finale che finale non è, che lascia aperta una porta (spero) per un futuro seguito. Appunto oltre! Complimenti Alessandro, davvero!
Silvia Vannozzi –
Ho cominciato a leggere “Venetia nigra” con l’esitazione che provo davanti ad ogni romanzo presentato come storico, un genere prolifico di opere troppo spesso mediocri e deludenti. Con “Venetia nigra”, pagina dopo pagina, ho ritrovato il piacere raro di una lettura al contempo colta, ricca di informazioni storiche ma appassionante e coinvolgente. Una trama ben costruita e un intrigo che tiene e ci lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina e che giustifica la mia recensione a 5 stelle. Da non perdere.
Dordi –
Non solo un avvincente giallo della cui trama vi rinvio alla esaustiva sinossi ma anche un encomiabile spaccato della Venezia settecentesca. L’autore ci guida con competenza nella portentosa organizzazione che ha permesso alla Repubblica Serenissima non solo di sopravvivere per svariati secoli ma di diventare una potenza economica e culturale dell’epoca. Vizzino dimostra una approfondita conoscenza non solo della città ma anche dei suoi costumi, delle sue tradizioni e della sua storia. Ma la vera protagonista del romanzo è Venezia che nelle ultime righe del romanzo definisce “unica e paradossale. Una putt…. irragiungibile: benchè aperta a chiunque, mai nessuno ne avrebbe svelato la vera essenza, neanche possedendola un milione di volte”. Conosco e frequento Venezia da una vita ma questa definizione la trovo splendidamente calzante, molto più dei soliti stereotipi letti e riletti. Consigliato.
Alfonso T. –
Lo stile di scrittura accattivante, mai banale, adesca il lettore e lo coinvolge in un intrigo che si dipana al ritmo del respiro, in un susseguirsi di colpi di scena centellinati con destrezza dall’autore. Ne deriva una lettura vorace, serrata, che non vorrebbe mai interrompersi, ombrata solo dallo scivolare troppo rapido delle pagine verso il momento in cui, chiudendo il libro, dovrà separarsi defiitivamente da quel mondo suggestivo. Non serve indugiare sul fascino inebriante dei luoghi o soffermarsi sulla maestria dell’intreccio narrativo, già esposti con perizia da altri; è, però, doveroso ribadire che chi condividerà il diletto di pregustare le pagine del libro vi troverà non solo un romanzo storico e un giallo di pregiata fattura, ma un’opera che mette a nudo gli abissi della natura umana e impone una profonda riflessione sull’insensatezza delle trame brutali che hanno martoriato e opprimono tuttora la nostra genia.