Ci hai lasciato così, caro Andrea, all’improvviso, dopo una lunga e bastarda malattia. Sì, all’improvviso, perché anche se conoscevamo bene le tue condizioni di salute la notizia ci ha sconvolto e gettato in un baratro profondo di mestizia e rimpianto pungente.
Sei stato un mattatore, un genio (come la G nel tuo nome…), un uomo d’infinita cultura e una delle più grandi penne della letteratura italiana contemporanea (noir e globale). Per noi, però, sei stato soprattutto un amico, una persona di sconfinato cuore, un uomo vero in un mondo percorso, spesso, da individui plastificati. No, non dovevi andartene, non adesso, ma qualcuno ha deciso per tutti.
Io ignoro la modestia. È troppo modesta per essere presa in considerazione. (Andrea G. Pinketts)
E ora noi, con una percezione di disorientamento che toglie l’aria, che asfissia e affoga, ti ricordiamo tra noi, con Andrea Carlo Cappi e Paolo Sciortino, con i nostri autori per i quali hai avuto sempre una carezza d’incoraggiamento e stima, nei locali tutti nostri del Balubà a Milano. Tra noi, fra la gente. Come piaceva tanto a te. E in mille ricordi personali che non smetteranno mai di emergere, lucidi e luminosi come se accaduti da un solo secondo.
Hai affrontato la morte con lo stesso coraggio e la magnetica sfacciataggine con cui hai vissuto ogni istante che la vita ti ha dato. La sorte, il Fato, quel Dio che tu chiamavi un parassita da bar. La TV ha parlato poco di te. Nessuna commemorazione, un semplice cordoglio di circostanza (e, talvolta, nemmeno questo). Tu sapevi di vivere in un Paese analfabeta, in una nazione che fa della cultura un vanto atavico e una pratica assente nel presente, che premia i personaggi da rotocalco e mai la vera letteratura. Sì, tu sei stato anche un personaggio mediatico, hai ragione, ma noi oggi vogliamo ricordarti, per sempre, per ciò che sei stato davvero: un enorme letterato, uno dei più grandi scrittori e modellatori della lingua che questa penisola, soprattutto negli ultimi decenni, abbia mai avuto la fortuna d’avere.
Le donne, per quel che mi riguarda, si dividono in quattro categorie: quelle che ci sono state, quelle che ci stanno, quelle che ci staranno. E quelle brutte. (Andrea G. Pinketts)
Grazie di tutto, Andrea. Grazie di cuore. E sappi, stanne pur certo, che per noi tu non morirai mai. Mai più.