Descrizione
Le ragazze venute da Yangdok, di Giorgio Vittoria
In un laboratorio nordcoreano situato a Yangdok vengono create alcune specie particolari di scorpioni, che costituiranno un’arma nelle mani di tre ragazze mandate in tre diverse città degli Stati Uniti. Ciascuna sarà controllata da una spia che, a distanza, proteggerà il buon esito della missione.
Dopo un pauroso incidente ferroviario sulla linea della Pacific Surfliner di Los Angeles, accade un altrettanto disastroso incidente su un aereo che, partito dalla capitale, si schianta al suolo su un territorio abitato. Intanto, il sergente Fred Biersten della polizia di Chicago si trova a indagare sullo strano suicidio di Steve Randall, un impiegato di un’azienda che produce armi chimiche-batteriologiche. Dalle prime indagini è risultato che l’uomo, la sera prima del decesso, aveva avuto un incontro con una ragazza orientale. Non passa molto tempo che la ragazza mandata a Washington muore in circostanze misteriose costringendo la spia che la controllava a fare a pezzi il cadavere e scioglierlo nell’acido per non lasciare tracce. Nel giro di qualche giorno la stessa misteriosa fine tocca alla ragazza a Los Angeles, che trascina alla morte anche la spia che la controllava.
Da un caso apparentemente insignificante, Fred Biersten si rende conto di trovarsi invischiato in una vicenda che ha dell’inverosimile. Adesso anche la sua vita è in pericolo.
Una vicenda che si sviluppa sulla contrapposizione, figlia della guerra fredda, tra capitalismo e socialismo, dove spiccano riflessioni sul mondo occidentale, completamente prostrato al denaro, sul potere della manipolazione delle informazioni e sulle contraddizioni dell’uomo moderno. Da questo scenario, fatto di autorità dalle sembianze quasi dittatoriali, impegnate nella manipolazione delle coscienze e dei desideri d’ignari cittadini, scaturisce una visione della democrazia piuttosto critica e amara, ma non priva di legami con la realtà: si può pertanto concludere che il capitalismo è la vera evoluzione del socialismo. L’autorità non è scomparsa e non ha perso nulla della sua forza, si è solamente trasformata nell’autorità anonima della persuasione e della suggestione.
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