30 giugno 2019 EDU Genova • 29 giugno 2019

EDU Genova • 29 giugno 2019

Ci sono città uniche e iniziative così spregiudicate e coraggiose, in questo tempo segnato dalla fretta e dalla confusione, da risultare dei veri e propri baluardi estremi della cultura. Questa, in due parole, l’essenza della nostra quinta incursione nei meandri e nel fascino della Superba, presso i locali di Librida, avamposto culturale a tutto tondo creato e inaugurato dall’editore Ferdinando de Martino, dalla pittrice Irene Tamagnone e dalla nostra colonna genovese da sempre: Paola Farah Giorgi.

In un pomeriggio caldissimo, sia sotto l’aspetto climatico che dal punto di vista dell’affluenza e della partecipazione del pubblico, abbiamo presentato i nuovi titoli del nostro catalogo all’interno di un territorio, la Liguria, per noi (ma non soltanto per noi) floridissimo dal punto di vista editoriale, per quantità di autori ma, soprattutto, per l’assoluta qualità che gli scrittori genovesi e liguri dimostrano ogni giorno di più, in maniera scintillante e, sotto molti aspetti, sorprendente: Il mio sguardo ti dirà chi sei di Rinaldo Granara, Il signor Italiano di Ilaria Boccardo, Saluti a tutti di Daniela Di Cicco, L’analogia dell’ombra di Alfonso Traverso e Giants and Beggars di Michele Carini.

Non sono mancate le sorprese; tra queste, l’arrivo in sala di Luigi Omiccioli che, partito da Roma per venirci a trovare, ha speso due parole anche sul suo ultimo romanzo Martha, in attesa delle sue nuove e imminenti pubblicazioni con Edizioni DrawUp.

Libri, simpatia, afflato, le letture di Paola Farah Giorgi, gli interventi dei nostri scrittori e del pubblico, le esposizioni artistiche, un bel buffet di rinfresco e un po’ di sano sudore, che ci ha ricordato senza tregua l’estate: questi gli ingredienti per due ore di divertimento e comunione letteraria che ci rimarranno a lungo nella mente e nel cuore.

Grazie anche a Margherita Firpo, splendida penna e meravigliosa amica, che non ci lascia mai privi della propria presenza e del suo affetto, che è grande quanto il nostro per lei.

E andiamo via da Genova, per l’ennesima volta ma con la certezza di rivederla presto, con quella nostalgia con cui le città immortali, l’amicizia e la gratificazione per il proprio lavoro sanno perforarti l’anima. Un buco dolsissimo e incolmabile, se non ritornando il prima possibile in una delle città più belle e gloriose del mondo.